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Americani a Roma
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NOTIZIARIO
 
 
 
 
 
 
 
 
AMERICANI A ROMA

 

L’Accademia Filarmonica Romana ha accolto recentemente sulla ribalta del Teatro Olimpico due formidabili compagnie americane: una del tutto nuova per il nostro pubblico, l’altre invece è una vecchia conoscenza. Il “Complexions Contemporary Ballet”, fondato appena nel 1994, è una compagine diretta a quattro mani da Dwight Rhoden, definito dal New York Times come uno dei più apprezzati coreografi di oggi, e da Desmond Richardson, statuario danzatore formatosi con Alvin Ailey ed ospite in prestigiose compagnie (eccezionale quale interprete di Otello con l’American Ballet Theatre). Lo spettacolo presentato a Roma, costituito tutto da brevi coreografie del Rhoden, ci ha fatto conoscere una formazione di giovani molto preparati e professionalmente maturi, ma non ci ha sorpreso sul piano compositivo per lavori particolarmente originali e coinvolgenti; quelli del Rhoden sono ben costruiti ma riecheggiano sovente mode e modi di altri autori contemporanei, dall’Ailey al Forsythe. Nulla di male, c’è il sapore del già visto, ma resta comunque il piacere di assistere a creazioni gradevoli, come ad esempio PRETTY GRITTY SUITE su canzoni di Nina Simone, e di vedere ballerini di calibro, primo fra tutti lo stesso Richardson.

L’altra compagnia americana è quella dei “Momix”, sempre nelle mani del suo fondatore Moses Pendleton; questi ragazzi sono molto bravi anche loro ma è tutta un’altra cosa e col tempo il gruppo è anche notevolmente mutato. Nel venticinquesimo anniversario della loro fondazione hanno presentato una nuova produzione, sempre del Pendleton, SUN FLOWER MOON, fantasiosa ed accattivante, ma tutta giocata su effetti speciali resi da luci e controluci e da costumi, calzamaglie e colori che creano figure alterate; non c’è più, o perlomeno sembra secondaria, la ricerca sulle possibilità del corpo umano di combinarsi in forme estreme per offrire immagini singolari ed inedite come nelle originali ideazioni del Pendleton ai tempi di Pilobolus. E’ chiaro che un tale percorso si è naturalmente esaurito col passare del tempo ed ora si cercano nuove vie ed altri risultati, ma ho l’impressione che questo nuovo prodotto sia purtroppo meno affascinante dei vecchi pezzi, mi sembra che sappia un po’ troppo di artificio e risulti eccessivamente ripetitivo. La spettacolarità comunque non manca ed il pubblico l’apprezza con entusiasmo!
 

Alberto Cervi